Segni e Impronta

Il risveglio dei (dieci) sensi

Il sesto senso? Superato. Il sesto senso e mezzo? Pure. Ogni neurologo sa bene che, oltre i cinque sensi classici, gli uomini e gli animali ne hanno molti di più. Alcuni arrivano a contarne dieci, altri fino a ventuno.

Il primo a elencare i cinque sensi che tutti conosciamo – vista, udito, gusto, olfatto, tatto – è stato Aristotele. Il quale aveva una straordinaria capacità di classificare gli elementi, ma anche di prendere sonore cantonate.
I giornalisti scientifici del programma QI della BBC John Lloyd e John Mitchinson scrivono che tra gli scienziati c’è oggi accordo su almeno altri cinque sensi fondamentali, con indicazioni alquanto precise anche sugli organi deputati alla loro attivazione.
Termocezione – il senso del calore (o del freddo) – avvertito attraverso la pelle.
Senso dell’equilibrio – le cavità piene di liquido dell’orecchio interno.
Nocicezione – la percezione del dolore – attraverso pelle, muscoli e articolazioni. Stranamente non il cervello. Il mal di testa non nasce nel cervello.
Propriocezione – la consapevolezza del corpo, la conoscenza automatico-inconscia di dove sono le nostre parti del corpo senza vederle né toccarle. Per esempio, chiudendo gli occhi e agitando un piede, continuiamo a sapere dove si trova in rapporto a noi.
Eros-cezione – la stima inconscia dell’appetibilità sessuale – esistono segnali chimici che non si “sentono” con l’olfatto bensì con un silente riconoscimento da parte del sistema ormonale.
Si possono classificare come “sensi” anche gli stimoli della fame e della sete, il senso della profondità (attraverso la visione binoculare, cioè con i due occhi) e della distanza (anche con le vertigini), la musicalità, la conoscenza simbolica e di significato, il senso del pericolo fino al tema più affascinante: la sinestesia, in cui s’aprono tutte le porte della percezione e tutti i sensi collidono, combinandosi per farci vedere la musica a colori, per farci arrivare all’orgasmo, all’estasi intellettuale e religiosa.
Ci sono alcuni sensi che gli animali hanno e noi no. Gli squali hanno un’acuta elettrocezione, che permette loro di percepire i campi elettrici. Uccelli e insetti hanno un sistema di navigazione che usa la magnetorecezione per l’orientamento. I pesci ricorrono all’ecolocalizzazione, il cui organo sensorio è la linea laterale, per avvertire gli spostamenti dell’acqua intorno a loro. Gufi e cervi hanno una visione a infrarossi.

Il sesto senso? Superato. Il sesto senso e mezzo? Pure. Ogni neurologo sa bene che, oltre i cinque sensi classici, gli uomini e gli animali ne hanno molti di più. Alcuni arrivano a contarne dieci, altri fino a ventuno.

Il primo a elencare i cinque sensi che tutti conosciamo – vista, udito, gusto, olfatto, tatto – è stato Aristotele. Il quale aveva una straordinaria capacità di classificare gli elementi, ma anche di prendere sonore cantonate.

I giornalisti scientifici del programma QI della BBC John Lloyd e John Mitchinson scrivono che tra gli scienziati c’è oggi accordo su almeno altri cinque sensi fondamentali, con indicazioni alquanto precise anche sugli organi deputati alla loro attivazione.

Termocezione – il senso del calore (o del freddo) – avvertito attraverso la pelle.

Senso dell’equilibrio – le cavità piene di liquido dell’orecchio interno.

Nocicezione – la percezione del dolore – attraverso pelle, muscoli e articolazioni. Stranamente non il cervello. Il mal di testa non nasce nel cervello.

Propriocezione – la consapevolezza del corpo, la conoscenza automatico-inconscia di dove sono le nostre parti del corpo senza vederle né toccarle. Per esempio, chiudendo gli occhi e agitando un piede, continuiamo a sapere dove si trova in rapporto a noi.

Eros-cezione – la stima inconscia dell’appetibilità sessuale – esistono segnali chimici che non si “sentono” con l’olfatto bensì con un silente riconoscimento da parte del sistema ormonale.

Si possono classificare come “sensi” anche gli stimoli della fame e della sete, il senso della profondità (attraverso la visione binoculare, cioè con i due occhi) e della distanza (anche con le vertigini), la musicalità, la conoscenza simbolica e di significato, il senso del pericolo fino al tema più affascinante: la sinestesia, in cui s’aprono tutte le porte della percezione e tutti i sensi collidono, combinandosi per farci vedere la musica a colori, per farci arrivare all’orgasmo, all’estasi intellettuale e religiosa.

Ci sono alcuni sensi che gli animali hanno e noi no. Gli squali hanno un’acuta elettrocezione, che permette loro di percepire i campi elettrici. Uccelli e insetti hanno un sistema di navigazione che usa la magnetorecezione per l’orientamento. I pesci ricorrono all’ecolocalizzazione, il cui organo sensorio è la linea laterale, per avvertire gli spostamenti dell’acqua intorno a loro. Gufi e cervi hanno una visione a infrarossi.

Articolo di Stefano Carnazzi tratto da www.lifegate.it

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