Segni e Impronta

Corsi

L’obiettivo dei nostri progetti è quello di sviluppare nei bambini le risorse umane fondamentali affinché possano crescere in modo sano ed equilibrato e diventare, da adulti, esseri umani consapevoli, socialmente inseriti e realizzati.
Il raggiungimento di tale obiettivo avviene anche formando educatori di nidi e asili che, coinvolgendo i bambini in semplici attività ludico-creative-sensoriali, contribuiscono a sviluppare nei piccoli la personalità, a prendere coscienza delle proprie capacità, dei personali mezzi di espressione e lo sviluppo di prime fondamentali interazione; in un clima protetto e accogliente, terreno indispensabile per manifestarsi libera.

Lavorando sul territorio  in scuole, strutture di accoglienza per adulti e adolescenti, confrontandomi con insegnanti ed educatori è emersa l’importanza di programmare laboratori che permettano modalità espressive differenti, riconoscendo potenziali e risorse interne capaci di dare ad ognuno soddisfazione e benessere. Troppo spesso nei rapporti si verificano momenti di aggressività, abusi e atti di vandalismo nei confronti dell’ambiente apparentemente ingiustificati. Per evitare questo è necessario affrontare percorsi di alfabetizzazione emotiva necessaria per riconoscere le proprie emozioni per poterle manifestare e accrescere, canalizzando eventuali impulsi negativi interni. Attraverso questo genere di laboratori si raggiunge una buona conoscenza di sé, un buon livello relazionale e un senso di rispetto verso la Natura con conseguente beneficio psicologico, comportamentale e fisiologico.

L’atelierista è una figura nuova rispetto alla pedagogia tradizionale, che nasce e si sviluppa nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Insieme ad educatori, insegnanti ed altre figure professionali l’atelierista è chiamato a collaborare per l’attuazione del progetto educativo, utilizzando strumenti e linguaggi dell’arte, sostenendo un metodo di apprendimento basato sulla ricerca, la pratica e la soggettività.

I principi intorno ai quali si articola il metodo di lavoro dell’atelierista sono molti. In prima analisi l’atelierista sostiene il piacere dell’apprendere, del conoscere  e del capire di ogni bambino, chiamato ad agire da solo o in gruppo.

L’atelierista basa il suo lavoro su un’idea di cultura che anziché separare, raccorda, relaziona, connette i modi, le qualità e gli spazi degli incontri e dell’esperienza dei bambini con la multiforme natura della realtà fisica e sociale, sostenendo la necessità e il diritto del bambino di sentirsi intero e quindi felice.

In atelier si cerca di dare voce ai “cento linguaggi del bambino”: cento modi di approcciarsi alla realtà, cento modi di pensarla, di stupirsi di essa, di investigarla. Linguaggi che hanno il potere di generare altri linguaggi, altre azioni, altre logiche e altre potenzialità creative. In questo senso l’atelier è lo spazio in cui questi linguaggi trovano la possibilità di espressione con la libertà di indagare, provare, sbagliare, correggere. È compito dell’atelierista guidare i bambini in questo percorso avendo cura di rispettare i tempi del bambino, che per “capire” ha bisogno di pensare, elaborare una teoria personale che dia senso alle cose della vita, di attuarla e sperimentarla.

“Dietro alla cosiddetta sindrome da deficit di attenzione e iperattività, spesso si nasconde in realtà un talento che noi non siamo ancora in grado di riconoscere ed accettare. Anche se si tratta di risorse di cui la nostra cultura attuale ha estremo bisogno”. Intervista al professor Henning Köhler.
Sempre più spesso si sente parlare di bambini “difficili”, e delle sindromi da iperattività e deficit di attenzione (ADHD). A fasi alterne si riaccendono i dibattiti circa l’opportunità di autorizzare la somministrazione di psicofarmaci, primi fra tutti il Ritalin, ai bambini. Eppure ci sono altre prospettive su questi temi. Da un lato, si avanzano prove della connessione fra il consumo di coloranti e zucchero bianco e l’aumento di irrequietezza nei bambini, dall’altra si aprono delle prospettive educative per rispondere a queste domande. Henning Köhler è pedagogista, terapista e ricercatore, fondatore dell’Istituto Janus Korczak di Nürtingen (Stoccarda), nel quale un team di specialisti offre servizi di consulenza e terapia, rivolti a bambini, adolescenti e famiglie, e autore di numerosi libri. Con il suo lavoro, egli rivolge uno sguardo nuovo ai bambini “difficili”, portando all’attenzione come questi comportamenti siano frutto di un disagio, non tanto da reprimere, quanto da ascoltare, e sottolineando l’importanza del recuperare uno sguardo positivo sull’infanzia e sulle risorse che ogni bambino porta in sé, come “progetto di vita”.
Incontriamo il professor Köhler durante un seminario, insieme alla sua collaboratrice, la dottoressa Ute Wagner-Zavaglia.

D: Professor Köhler, cosa l’ha portata ad affermare che non esistono bambini difficili?
R Prof. Köhler: I bambini vengono al mondo con una fiducia intatta nel fatto che il mondo sia buono, ma sperimentano poi una delusione. Il loro comportamento, che a noi appare difficile, è la conseguenza di questa delusione, di questo disorientamento, del quale essi non hanno alcuna responsabilità. Ma c’è anche un altro aspetto: oggi abbiamo perso la capacità di riconoscere cosa è l’infanzia, e consideriamo “difficile”, ciò che in realtà è genuinamente infantile, anche se non corrisponde alle aspettative degli adulti.
D: Come mai si osserva un aumento dei bambini considerati “difficili”?
R Prof. Köhler: La definizione di “normalità” si sta progressivamente restringendo, e tanto più questo accade, quanto più i comportamenti dei bambini vengono considerati anormali e vengono trovate nuove definizioni di patologie ad essi legate. Ne sono un esempio le diagnosi di legastenia e dislessia. Cento anni fa era considerato normale che i bambini non sapessero né leggere né scrivere fino ad un’età avanzata. Con l’arrivo dell’alfabetizzazione universale si è instaurata una costrizione di modi e tempi per imparare a leggere e scrivere, così è comparso un nuovo problema, ben presto individuato e diagnosticato come patologia. Analogamente, nel 1986 è stata introdotta la discalculia come quadro patologico: a un certo punto i bambini che non sapevano fare i calcoli venivano considerato malati. Con l’ADHD è accaduto qualcosa di simile. Nelle condizioni di vita attuali, soprattutto nelle grandi città, viene fortemente limitata la possibilità dei bambini di muoversi liberamente, così i bambini particolarmente vivaci vengono etichettati come patologici, anche se in condizioni diverse non sarebbero stati considerati tali.
R Dott.ssa Wagner-Zavaglia: Le costrizioni che i bambini sperimentano sono rafforzate dal fatto che il nostro modo di pensare attuale si sviluppa sempre più verso un pensiero organizzato secondo schemi e regole, e questo contribuisce ad allontanare dalla comprensione di ciò che è infantile, poiché infanzia significa anche movimento ed assenza di regole…

La versione completa dell’articolo con l’intervista integrale al professor Henning Köhler è disponibile su Terra Nuova – Novembre 2008 versione eBook.

Il teatro ha origini antichissime.

Attraverso le rappresentazioni di storie e scenette, con attori o con marionette e burattini, l’uomo esprime e comunica sentimenti e pensieri.
I bambini sono attratti dai teatrini…metteteli di fronte a delle marionette che si muovono e la loro attenzione è catturata. Per la loro innata curiosità, per la passione che mostrano di fronte ai racconti ma anche perché attraverso queste scenette possono vedere rappresentate le loro emozioni, quelle che magari fanno fatica ad esprimere.
Il teatro è come magia…i personaggi, i costumi, le voci, i gesti, gli scenari che fanno da cornice…tutto contribuisce a rendere questa forma d’arte davvero speciale.
Se poi i bambini da ascoltatori si trasformano in attori, la recitazione è un’esperienza da consigliare.
Immedesimandosi nei vari personaggi i bambini imparano a controllare le diverse emozioni e personalità, a improvvisare, ad inventare storie, a cambiare voce e prendere coscienza delle varie parti del corpo e acquisire proprietà di linguaggio.

cop. pig

Oggetto transazionale.

Per facilitare il momento del distacco dal genitore, l’abbandono sereno al sonno, per superare piccoli disagi e tutti quelle situazioni nuove come ad esempio il passaggio dal nido alla materna acquista notevole importanza l’oggetto transizionale. Questo termine denota un oggetto, generalmente molto piacevole al tatto, che può essere un semplice lembo di coperta, peluche, una bambola di stoffa… che aiuta il bambino nel suo sviluppo psicologico; esso è  il primo oggetto assimilato come “non-me”. Tale oggetto, rappresentando l’unione con la madre, ne permette anche il distacco e l’autonomia da essa, un processo definito come individuazione-separazione dalla Mahler. Quindi l’oggetto transizionale permette al bambino l’ammortizzazione del passaggio dallo stadio dell’onnipotenza soggettiva a quello della realtà oggettiva condivisa, e lo fa rappresentando in maniera pre-simbolica lo spazio transazionale cioè uno spazio di mezzo, lo spazio potenziale, situato tra il sé e il non-sé.

fattoria didattica

Le Fattorie Didattiche offrono un formidabile terreno di apprendimento attivo per bambini e adolescenti, possono partecipare alle attività agricole e rendere concreto il loro sapere sul campo.
Le visite e i percorsi in fattoria sono svolti prioritariamente con un chiaro obiettivo didattico da raggiungere e valorizzare sia dagli agricoltori, sia dagli insegnanti.
E’ perciò importante preparare gli operatori  all’accoglienza dei gruppi in fattoria utilizzando al meglio la struttura, proponendo laboratori adeguati, predisponendo materiale didattico di approfondimento e luoghi idonei alle attività .
Le visite e le esperienze saranno organizzate in funzione dell’età dei partecipanti, dei programmi scolastici e dei progetti specifici dei gruppi accolti.

Il simbolo del mandala  è un’affascinante forma espressiva ma non solo, esercita anche un’azione sull’autore che viene espressa durante la colorazione di questi disegni simbolici. Queste immagini evocano uno spazio intorno al centro, un recinto sacro della personalità più intima, un cerchio protettivo che evita la “dispersione”;  allenta le tensioni, le insicurezze e le paure aiutando l’individuo a dissolverle verso l’esterno. Ma c’è di più: oltre ad aiutare a ristabilire un ordinamento interno, l’interpretazione pittorica di un mandala stimola anche l’essenza creativa,  si da forma a qualcosa che ancora non si riconosce , a esperienze  nuove e  uniche. Questo secondo aspetto è conseguente al primo poiché, nella maggior parte dei casi, nel ridarsi equilibrio interno si trovano spazi  nuovi che vengono invasi da energia creativa.

ilgrandealbero

Questo progetto nasce con l’obbiettivo primario di sviluppare le risorse umane degli individui intese come un grande patrimonio di capacità e di intelligenza racchiusa in ogni essere umano. Perché questo avvenga è necessario un “terreno fertile” ambiente socio-culturale, e di un buon “concime” stimoli appropriati.

Le potenzialità personali interne una volta riconosciute ed espresse diventeranno risorsa e ricchezza personale e della collettività. Sviluppare la propria personalità e la propria intelligenza emotiva permette all’individuo di essere dinamico di esprimersi in relazioni, azioni, emozioni, idee ed espressioni creative.

Questo progetto nasce con l’obbiettivo primario di sviluppare le risorse umane
degli individui intese come un grande patrimonio di capacità e di intelligenza
racchiusa in ogni essere umano. Perché questo avvenga è necessario un
“terreno fertile” ambiente socio-culturale, e di un buon “concime” stimoli
appropriati. Le potenzialità personali interne una volta riconosciute ed espresse
diventeranno risorsa e ricchezza personale e della collettività. Sviluppare la
propria personalità e la propria intelligenza emotiva permette all’individuo di
essere dinamico di esprimersi in relazioni, azioni, emozioni, idee ed espressioni
creative.

i 4 elementi

La terra è la sostanza o corpo fisico, il cibo che è necessario per mantenersi in vita. L’acqua è essenziale per la vita e il maggiore componente dei nostri corpi e della vita stessa. La respirazione, inspirare ed espirare , è un’altra condizione centrale della vita così come il calore e la luce del Sole.  Questi quattro elementi esistono sul pianeta terra e di conseguenza in ciascun essere vivente. Negli esseri viventi i quattro elementi si uniscono alla quinta essenza, la forza vitale. Il nostro percorso intende far riconoscere questi quattro fondamentali elementi  attraverso esperienze di gioco e laboratorio sensoriali.

il campo indiano

In questo progetto vengono sperimentate tecniche manuali miste con impiego di materiali diversi. Questo laboratorio trova buona risposta in un gruppo misto, con risorse diverse e complementari da approfondire a seconda delle predisposizioni individuali. L’obbiettivo del progetto oltre, allo sviluppo delle capacità manuali, a indurre stimoli creativi e problem solving ; si propone di far sperimentare le dinamiche di gruppo ( gestione del conflitto, interazione,competizione,livello di comunicazione, gestione del tempi e degli spazi,condivisione, ecc) utilizzando come scenario il campo indiano costruito dal gruppo di lavoro.

Questo progetto nasce con l’obbiettivo primario di sviluppare le risorse umane degli individui intese come un grande patrimonio di capacità e di intelligenza racchiuso in ogni essere umano. Perché questo avvenga è necessario un “terreno fertile” ambiente socio-culturale, e di un buon “concime” stimoli appropriati. Le potenzialità personali interne una volta riconosciute ed espresse diventeranno risorsa e ricchezza personale e della collettività. Sviluppare la propria personalità e la propria intelligenza emotiva permette all’individuo di essere dinamico di esprimersi in relazioni, azioni, emozioni, idee ed espressioni creative.

copertina spazio alle emozioni

Questo progetto nasce con l’obbiettivo primario di sviluppare le risorse umane degli individui intese come un grande patrimonio di capacità e di intelligenza racchiuso in ogni essere umano. Perché questo avvenga è necessario un “terreno fertile” ambiente socio-culturale, e di un buon “concime” stimoli appropriati. Le potenzialità personali interne una volta riconosciute ed espresse diventeranno risorsa e ricchezza personale e della collettività. Sviluppare la propria personalità e la propria intelligenza emotiva permette all’individuo di essere dinamico di esprimersi in relazioni, azioni, emozioni, idee ed espressioni creative.

copertina illustriamo le fiabe.


Questo corso è rivolto a tutte le operatrici/operatori che operano in  genere con i bambini ed in particolare in asili nido, in centri diurni, ludoteche, in casa famiglia per bambini, ambiti di integrazione scolastica, volontari.

Le illustrazioni possono fornire ai più piccoli un utile strumento di crescita, un mondo fantastico dove trovare conforto, consolazione, liberazione;un modo per essere protagonisti di un gioco piacevole, nel quale potersi identificare o affezionare  ai personaggi illustrati delle Fiabe.

Per questo le immagini sono importantissime perché sono di supporto al verbale e aggiungono al significato delle parole fantasia e  colore. Le fiabe saranno ideate dalle operatrici seguendo i criteri base di costruzione, successivamente verranno visualizzate ed espresse su pannelli con l’utilizzo di tecniche miste pittorico materiche.

I  pannelli decorativi elaborati verranno esposti nelle diverse aule da utilizzare come strumento didattico.

copertina terza età

Il termine “laboratorio” in questo caso indica un momento ricreativo che permette agli anziani del Centro di impiegare le proprie potenzialità creative per:uscire dall’isolamento, potenziare e valorizzare le proprie capacità, mantenere capacità residue, generare sintonia con sé egli altri.
Durante gli incontri verranno proposte varie attività di manipolazione, di modellazione e altre attività manuali in modo da favorire lo sviluppo e il mantenimento, sia delle abilità di base (grosso-motorie, fino-motorie, di coordinazione oculo-manuale), sia di quelle cognitive (discriminazione, generalizzazione, classificazione, seriazione, logiche.).

Il termine “laboratorio” in questo caso indica un momento ricreativo che permette agli anziani del Centro di impiegare le proprie potenzialità creative per:uscire dall’isolamento, potenziare e valorizzare le proprie capacità, mantenere capacità residue, generare sintonia con sé egli altri.

Durante gli incontri verranno proposte varie attività di manipolazione, di modellazione e altre attività manuali in modo da favorire lo sviluppo e il mantenimento, sia delle abilità di base (grosso-motorie, fino-motorie, di coordinazione oculo-manuale), sia di quelle cognitive (discriminazione, generalizzazione, classificazione, seriazione, logiche.).

copertina libri materici.

Con questo corso intendiamo trasferire un metodo sviluppando semplici capacità creative, fornire strumenti alternativi con cui gli operatori possano interagire con gli utenti .Costruire libri che comunicano non solo con le parole e con le immagini, ma anche con i materiali, i formati, i segni, il colore. Alla scoperta del libro come oggetto . Libri per tutti i sensi che contengono sorprese tattili, visive, sonore. Libri alfabeto per giocare con i segni e le parole.

copertina il cane entra a scuola

Il progetto è finalizzato ad introdurre l’educazione cinofila negli istituti di ogni ordine e grado come prevede la legge 189/2004, articolo 5. In particolar modo si intende offrire un’opportunità per affrontare un tema attuale, quello della relazione uomo-cane, attraverso un approccio rigoroso, ma, nel contempo, piacevole ed interessante.
Il fine è quello di trasmettere delle conoscenze di base in merito all’interazione uomo-cane; di educare le nuove generazioni ad un rapporto equilibrato e responsabile nei confronti del miglior amico dell’uomo tenendo conto delle esigenze degli animali domestici in genere.
Verrà analizzato il fenomeno del randagismo, l’abbandono e il perché degli episodi di aggressioni.

Il progetto è finalizzato ad introdurre l’educazione cinofila negli istituti di ogni ordine e grado come prevede la legge 189/2004, articolo 5. In particolar modo si intende offrire un’opportunità per affrontare un tema attuale, quello della relazione uomo-cane, attraverso un approccio rigoroso, ma, nel contempo, piacevole ed interessante.

Il fine è quello di trasmettere delle conoscenze di base in merito all’interazione uomo-cane; di educare le nuove generazioni ad un rapporto equilibrato e responsabile nei confronti del miglior amico dell’uomo tenendo conto delle esigenze degli animali domestici in genere.

Verrà analizzato il fenomeno del randagismo, l’abbandono e il perché degli episodi di aggressioni.

copertina c'è un ponte per tutti

Il  nostro progetto è da intendersi come un supporto alternativo per colmare lacune nei bambini con difficoltà di tipo cognitivo riconosciute dagli insegnanti o dai genitori nella prima fase di acquisizione della letto-scrittura. Questo progetto prevede una serie di laboratori che prevedono la sperimentazione di materiali e tante diverse applicazioni degli stessi. I bambini vengono coinvolti in un vortice di esperienze ludico-ricreative dove potersi lasciar andare ad un metodo di apprendimento diverso da quello tradizionale scolastico, fatto di esperienze manuali di stimolazioni sensoriali e gioco. Questo approccio rispetto al progetto  mette i bambini in una condizione di entusiasmo e curiosità che li aiuta nel raggiungimento degli obbiettivi senza sentire in carico della tensione e della frustrazione che li invade durante il normale apprendimento scolastico.